lunedì 27 gennaio 2014

Lasciatemelo credere, per favore.



Noi poveri diplomati/laureati di questi anni. Noi che la sfiga proprio ci ha aspettato. Noi che quel 100/110 e lode ce lo siamo proprio sudati. Noi che per studiare abbiamo lasciato terra e famiglia. Noi che in tutto quello che ci dicevano ci abbiamo creduto.  Noi che non ci dovevamo credere. Noi che la meritocrazia non può non far parte di questo mondo. Noi che se vali sarai valorizzato. Noi che investi tutto il tuo sapere e la tua volontà e sarai premiato. Noi che le raccomandazioni sono solo un vittimismo di chi non riesce. Noi che l’amicizia può contare all’inizio, poi se ne pagheranno le conseguenze. Noi che se tuo padre è medico e tu sei medico non l’hai fatto perché tuo padre è medico. Noi che durante un colloquio ti valutano sulla base del curriculum. Noi che “le faremo sapere” è stato un crederci ogni volta. Noi che “anche se non sarà la nostra scelta la contatteremo per dirglielo” a guardare il telefono o la mail. Noi che quest’annuncio sembra proprio descrivere me e allora perché cazzo non mi chiamano. Noi che sbattuti (con violenza) contro la realtà era meglio aprire gli occhi serrati dall’illusione. Noi che nonostante le batoste un po’ (quasi zero) ancora ci crediamo. Noi che la speranza quando è parte di te nessuno te le può portar via. Noi che ci auguriamo non si avveri il famoso detto sul vivere di speranza.  


Un classico sfogo di chi scrive.
Venuto così, dal niente e scritto in 5 minuti. Una cascata di rabbia e di delusione per la situazione che vivi nel Paese che hai sempre difeso e di cui vai (andavi, meglio) fiera. Il calvario della ricerca del lavoro di una persona qualunque, con un cognome qualunque e amicizie basate sul sentimento e non su posizioni sociali o possedimenti vari. La riflessione di una persona che si è sempre schierata contro il vittimismo delle raccomandazioni fino a che non lo ha vissuto sulla propria pelle. Il mio pensiero, io che continuo a combattere per avere qualcosa, seppur piccola, ma averla grazie a me o fallire per colpa mia. Io che, in fondo, molto in fondo, comunque credo ancora che siano le persone a dover cambiare il mondo, e non il mondo a cambiare da solo. Io, nel mio piccolo, ci provo. Utilizzo i MIEI metodi, le MIE forze, investo i MIEI sogni e qualcosa, sicuramente, arriverà. Lasciatemelo credere, per favore.

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